martedì 28 settembre 2010

fiabe.

"Esiste nel loro paese una razza di uomini, chiamati Arborei, che nascono così. Tagliano il testicolo destro di un uomo e lo piantano nella terra; da questo spunta un albero molto grosso, di carne, simile ad un pene, con tanto di rami e foglie; i suoi frutti sono ghiande lunghe quasi mezzo metro: quando le ghiande sono mature, le raccolgono, le spaccano e ne estraggono degli uomini. I Lunari hanno i genitali posticci, certuni d'avorio, i poveri di legno, e con questi si accoppiano e hanno rapporti sessuali con i loro sposi. Quando invecchiano, poi, non muoiono, ma si dissolvono come fumo e diventano aria. Il nutrimento è uguale per tutti: accendono il fuoco e arrostiscono sulla brace delle rane (dalle loro parti ce ne sono in quantità che volano nell'aria); mentre queste cuociono se ne stanno seduti in cerchio proprio come attorno a una tavola, senza lasciarsi scappare neanche una minima parte del fumo che se ne sprigiona, e si gustano il succulento pranzetto. Questo per il cibo. La loro bevanda abituale, invece, consiste in spremute... di aria: l'aria spremuta dentro un calice produce un liquido simile a rugiada. Non orinano ne vanno di corpo, e non hanno orifizi dove li abbiamo noi, tanto è vero che i ragazzi non offrono il didietro al contatto, ma la piegatura del ginocchio, sopra al polpaccio: è qui infatti che sono forati. "
(Luciano, Una storia vera).

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